Oggi una bella pedalata. Una compagine variopinta: il ciclista amatore, qualcuno con pedalata assistita e chi come me in groppa ad un cancello. Appena usciti da Grassina la salita inizia a dire la sua. Si scollina a Scolivigne e poi spiana fino alla Capannuccia. Lì una sosta dalla Tommasina per registrare lamentele da parte di cittadini che non hanno ricevuto risposte per problemi locali o, peggio ancora, sono rimasti delusi. Comunque si riparte. Alla villa del Ruffino mi dicono, gli americani, che sono i proprietari, in elicottero si spostano fino a Montemasso. Intanto i muri a secco, di loro proprietà, cadono a pezzi. La strada è piena di buche e i trattamenti anticrittogamici invadono le case di chi, in quel posto, è da una vita che ci abita. La salita intanto incalza. Un compagno, che viaggia con pedalata assistita, vede che arranco e spontaneamente mi dice: vuoi fare il cambio? Io sorrido, rifiuto ma sono contento perchè l’identità di un territorio si difende senza grandi proclami ma condividendo fatiche e sacrifici.
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